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PSICOLOGO - PSICOTERAPEUTA - ISCRITTO ALL'ORDINE DEGLI PSICOLOGI DELLA LOMBARDIA, N. 8467
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Vivere una vita felice con la mindfulness

Vivere una vita felice con la mindfulness

 

Secondo Jon Kabat-Zinn, per coltivare la consapevolezza, non bisogna apprendere meccanicamente alcune istruzioni, ma bisogna innanzitutto assumere un atteggiamento di completa apertura, solo così si sviluppa un apprendimento ed una accettazione delle cose così come sono.
Jon Kabat-Zinn individua 7 punti chiave  fondamentali  per la pratica della mindfulness e che possono portarci a vivere nella felicità e nella pienezza , questi 7 pilastri sono:
  • non giudizio
  • pazienza
  • mente principiante
  • fiducia
  • non sforzo (non cercare risultati)
  • accettazione
  • lasciar andare
L’autore, nel testo “Vivere momento per momento”, aggiunge un ottavo principio, quello dell’impegno e dell’autodisciplina, relativo più che altro all’approccio con cui affrontare la mindfulness.
Il presupposto da cui si parte nell’iniziare un percorso di mindfulness è affrontare la nostra vita con uno sguardo nuovo. Il paradosso è che spesso il percorso meditativo può andare incontro al fallimento a causa di due tendenze opposte, ma altrettanto efficaci nel far naufragare la pratica: sia che iniziamo a praticare convinti che questo ci trasformerà, o viceversa che lo facciamo mettendo a disposizione poca della nostra energia e del nostro impegno, convinti che non servirà a nulla, è abbastanza probabile che il percorso verrà abbandonato.
L’osservazione dei casi concreti ha dimostrato che le persone che riescono a trarre maggior beneficio dalla meditazione sono infatti quelle che hanno un atteggiamento di sospensione del giudizio o anche dubbioso ma comunque disponibile al cambiamento.
Questo elemento di apertura è di certo il presupposto per poter applicare tutti e 7 i principi che abbiamo visto poco fa, in modo da ottenere benessere attraverso la pratica.
Analizziamo uno per uno i significati di questi punti chiave e il loro ruolo nel raggiungimento della felicità di ogni individuo.
 

1. Non giudizio

In tutte le attività che svolgiamo, anche quando non ne siamo consapevoli, giudichiamo noi stessi e quello che ci circonda: prendiamo le misure alla realtà in base al metro di valutazione che abbiamo appreso nel corso della nostra vita e agli insegnamenti che abbiamo ricevuto, o alle esperienze vissute. È una prassi normale per l’essere umano, ma diventa fonte di stress: la consapevolezza può aiutarci a vedere in modo chiaro quando stiamo giudicando, creando il presupposto per liberarci dalle valutazioni continue su tutto quello che facciamo e vediamo.
 

2. Pazienza

Gli adulti dovrebbero essere abituati al fatto che per ottenere qualsiasi tipo di risultato o cambiamento serve tempo e pazienza: questo purtroppo non è sempre vero, viviamo in un momento storico in cui la velocità è mitizzata e si pretende spesso di ottenere risultati in tempi rapidi, se non immediati.
La meditazione, la mindfulness, richiedono invece molta pazienza, questa va esercitata innanzitutto verso sé stessi, il proprio corpo e la propria mente, senza irritarsi di fronte alle difficoltà che si possono vivere nel corso dell’attività. È un esercizio di grande valore, per essere aperti e disponibili verso tutti i momenti che viviamo anche quando riservano delle sorprese, perché attraverso questo esercizio raggiungiamo la pienezza del presente e lasciamo cadere le aspettative sul futuro o il peso del passato.
 

3. Mente principiante

Tutti noi abbiamo costruito nel tempo una sorta di codice che ci consente di leggere e soppesare la realtà, di interpretarla; avere una mente principiante significa abbandonare i filtri con cui di norma guardiamo intorno a noi, lasciare che il nostro pensiero si riformuli attraverso connessioni neurali nuove e per noi inusuali, in modo da poter affrontare la pratica della meditazione con disponibilità e senza pregiudizi.
Attraverso la meditazione possiamo, man mano, tornare a essere liberi di guardare al mondo con occhi vergini e scoprirlo “nel momento” vedendo tutto in modo nuovo.
 

4. Fiducia

La fiducia ci consente di essere noi stessi, sempre. Se siamo in grado di riconoscere i nostri pensieri e le nostre sensazioni saremo anche capaci di non imitare gli altri o seguire persone che hanno desideri, capacità e obiettivi diversi dai nostri e possono quindi sviarci dal cammino che ci appartiene. Il segreto per la realizzazione di sé è innanzitutto la fiducia nel proprio modo di vedere la vita e nella propria capacità di scegliere per sé stessi.
 

5. Non sforzo (Non cercare risultati)

Nell’articolo precedente abbiamo visto come la pratica della meditazione deve avvenire senza obiettivi specifici, essere “pura” e sciolta da qualsiasi tensione verso un punto di arrivo: la verità è che questo è l’unico modo per cui l’impegno e la costanza che si devono spendere in questa attività vengono ripagati, perché il fatto che le cose succedano al di là di noi, in modo spontaneo e seguendo un loro corso, è il fulcro del senso della meditazione, per quanto difficile questo possa apparire. E solo così saremo nella vera mindfulness.
 

6. Accettazione

La chiave dell’accettazione è che solo questa crea le condizioni per il cambiamento: solo riuscendo a volersi bene così come si è si può ottenere di trasformarsi; al contrario, voler sempre essere diversi genera una tensione che non ci consente di godere del momento, perché ci mette in condizione di essere continuamente proiettati verso il futuro e questo irrigidisce e genera rabbia e scontentezza.
 

7. Lasciare andare

Così come è necessario accettare è necessario anche lasciar andare, passare oltre a quello che è stato, che abbiamo o non abbiamo ottenuto. Il “non attaccamento” è fondamentale per la pratica della consapevolezza, dobbiamo solo trasferire nella meditazione quella sensazione di perdersi nel tutto e nel nulla allo stesso tempo, che sperimentiamo in modo così netto ogni giorno, quando ci addormentiamo.
 
Al di là dei 7 fondamenti di buona pratica della mindfulness che abbiamo analizzato, Jon Kabat-Zinn sottolinea altri due aspetti, comne abbiamo detto, che sono indispensabili alla pratica della meditazione e sono l’impegno e l’autodisciplina. Il voler essere consapevoli, spiega infatti l’autore, non è sufficiente, bisogna perseverare e applicarsi, ricavarsi un momento specifico durante la giornata da dedicare alla meditazione, almeno 6 giorni su 7, e avere la forza e la perseveranza necessarie a superare le difficoltà che si incontreranno sul percorso, come la mancanza di motivazione, o la sensazione di perdere il proprio tempo, o ancora la stanchezza.
Il consiglio dell’autore è di essere intransigenti almeno per 8 settimane nell’applicarsi alla pratica quotidiana, come se si trattasse di un allenamento sportivo, in questo tempo si avrà modo di sperimentare effettivamente la mindfulness e di cominciare a intravederne i benefici. Senza la forza e il metodo giusto il rischio di non procedere in questa attività è molto elevato.
E oggi non potevo che salutarti con una frase di Jon Kabat-Zinn tratta dal libro “Dovunque tu vada ci sei già” che riassume il concetto di consapevolezza e indirettamente i 7 principi che abbiamo esaminato:
Forse potremmo provare a fidarci del presente, accettando ciò che sentiamo o pensiamo in questo momento perché è il presente in atto. Se sapremo prendere posizione e ci abbandoneremo con pienezza, forse scopriremo che il momento attuale merita la nostra fiducia.

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