Abbiamo tutti delle ferite emotive che necessitano di essere curate.
Sanare le ferite emotive non vuol dire dimenticare, significa soprattutto fare in modo che smettano di controllare la nostra vita.
Un’esperienza del genere richiede un meticoloso processo di trasformazione con cui comprendere che non saremo più gli stessi, perché la cura non è un ritorno, ma un’abile ricostruzione con la quale dare forma a una persona nuova, più forte e più coraggiosa.
Viviamo in una realtà nella quale esistono molte forme di violenza, alcune più esplicite e altre velate e silenziose.
Episodi di discriminazione, bullismo, intimidazione fisica o nei social, gli effetti di una disfunzione familiare o persino i messaggi culturali sulla bellezza e sul successo possono anch’essi segnarci per tutta la vita.
Vi sono diverse tecniche che alleviano il dolore emotivo o migliorano i nostri schemi di pensiero e di comportamento per ottenere, così, un cambiamento, un miglioramento vitale.
Tuttavia, nulla può essere efficace se il paziente non è collaborante.
Ma non solo, molto spesso le persone quando vivono un evento stressante, o hanno un passato traumatico, optano per stringere i denti, chiudere il cuore e andare avanti.
E’ una pessima strategia e un ulteriore errore che siamo soliti commettere è pensare che il tempo curi ogni cosa, che sia sufficiente far passare i giorni, i mesi e gli anni affinché tutto si risolva.
Tuttavia, il tempo con cura ogni cosa, a sanare le ferite sono le azioni che mettiamo in atto durante questo tempo.
Sanare le ferite non significa cancellare i traumi, significa riabilitarci come esseri umani e implica, prima di tutto, saper creare una connessione empatica con la ferita primaria.
Quando una persona decide di seguire una terapia psicologica, prima di tutto percepisce un ambiente empatico, con un professionista che cerca di entrare in connessione con lui.
Da parte sua, il paziente deve riuscire a entrare in connessione empatica con le proprie ferite, i suoi bisogni interiori che ha trascurato o che non ha voluto vedere.
Provare compassione verso noi stessi vuol dire visualizzare il dolore e comprendere che deve essere trattato, alleviato.
Anche se non vorremmo, non è sempre positivo affrontare i nostri problemi e le nostre preoccupazioni da soli. Contare su un corretto sostegno che favorisca lo sfogo emotivo è sempre di grande aiuto.
Sanare le ferite richiede di avviare più di un cambiamento, più di una variazione a livello personale e nel nostro ambiente circostante, per dar forma a una nuova persona.
Sanare le ferite è possibile, inizia oggi stesso.
Studio di Psicoterapia e Neurofeedback
Patrizia Nicoletti
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