Quando reprimiamo per molto tempo la rabbia e la frustrazione, il dolore fisico finisce per prendere il sopravvento.
La rabbia secondo Lowen, medico psicanalista e padre della bioenergetica, nasce come risultato della restrizione alla nostra spontaneità, restrizione che facciamo per sopravvivere alle minacce e la frustrazione che percepiamo provenire dal mondo esterno.
“Ogni muscolo cronicamente teso è un muscolo arrabbiato” dice Lowen.
Tutti infatti, possiamo notare come si irrigidiscono i muscoli o aumenti il battito cardiaco quando siamo attivati da un sentimento di rabbia.
Le neuroscienze possono dimostrare una serie di aspetti, vale a dire, il cervello ci avverte che dobbiamo reagire causando una grande tensione fisica. La rabbia è un’emozione che ci invita all’azione.
Quello che ci si aspetta da noi, da un punto di vista filogenetico, è che si reagisca a ciò che ci infastidisce, ferisce, minacci o violi la nostra integrità.
Dobbiamo agire nel miglior modo possibile, esercitando un controllo adeguato affinché questa risposta emotiva sia sana ed efficace.
La rabbia e il dolore fisico sono spesso correlati perché non sappiamo come gestire la prima. Spesso non riusciamo a rispondere in modo emotivamente intelligente di fronte a ciò che ci ferisce, disturba o umilia.
Il problema risiede nel fatto che spesso le persone tendono a reprimere la propria rabbia.
Ed è allora che sorge la somatizzazione, i disturbi fisici e psichici.
Questa emozione vuole che agiamo in un certo modo e, non facendolo, aumenta la tensione fisica, il cortisolo nel sangue, la sensazione di stress, ecc.
Le malattie croniche sono quelle che risentono maggiormente dell’impatto delle emozioni.
Ad esempio, i pazienti che soffrono di lombalgia cronica o di neuropatie sperimentano un peggioramento dei sintomi quando provano emozioni come la rabbia.
Diversi studi hanno dimostrato che la tendenza a tacere, inibire e non gestire la rabbia aumenta la sensazione e il dolore fisico.
Quando non reagiamo questa emozione tendenzialmente negativa, è molto comune soffrire di tensione, strappi e contratture nella zona della schiena e del collo.
Ci sono momenti in cui ci mancano le risorse e anche il coraggio di porre dei limiti e dire “no” a certi eventi. Tuttavia, ci sono circostanze in cui non è facile reagire.
Alcune realtà snervano e infastidiscono, ma non possiamo rispondere come vorremmo.
E’ molto comune finire per ingoiare, senza masticare, soffrire, avere pensieri negativi e vivere frustrazioni.
Cioè, assumiamo un atteggiamento passivo di fronte alla rabbia, quando la sua natura fisiologica vuole trasmettersi un altro messaggio.
E’ molto importante quindi, saper elaborare la rabbia in modo corretto affinché non faccia del male a noi o ad altri. Non rovini la nostra serenità e le nostre relazioni.
La gestione della rabbia non si basa esclusivamente sulla meditazione o sulla respirazione profonda.
Abbiamo bisogno di integrare anche delle adeguate tecniche di gestione emotiva nella nostra vita quotidiana.
Allo stesso modo è necessario esercitare un adeguato controllo dei pensieri.
Lowen studiò molto le conseguenze della rabbia: la repressione della rabbia sfocia nella repressione dell’amore. Infatti, reprimere i sentimenti è un processo mortificante che indebolisce la pulsione interna del corpo, la sua vitalità e la sua eccitazione.
Se si reprime un sentimento si reprimono, in qualche misura, anche tutti gli altri.
Proprio per questo Lowen mette a punto una serie di esercizi che aiutano il paziente ad avere padronanza della propria rabbia. In terapia, vengono suggeriti dei movimenti che coinvolgono tutto il corpo, dove le sensazioni fisiche, le emotive e i pensieri siano connessi.
Gli esercizi bioenergetici hanno per cui un effetto terapeutico.
Lo scopo è quello di aiutare le persone a percepire la qualità della loro rabbia per acquisire la capacità di esprimerla e trasformarla in qualcosa di positivo per se’ stessi.