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PSICOLOGO - PSICOTERAPEUTA - ISCRITTO ALL'ORDINE DEGLI PSICOLOGI DELLA LOMBARDIA, N. 8467
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Imparare a volersi bene

Imparare a volersi bene

Imparare a volersi bene, si può? Sì, certo, ma bisogna desiderarlo ed essere disposti a cambiare. Non coincide esattamente, come forse a volte si è portati a credere, con l’accettarsi; in realtà, è qualcosa in più, è un cambio di prospettiva, va oltre il rispettarsi e il prendere coscienza di sé, vuol dire iniziare a prendersi cura dei propri desideri e bisogni, due atteggiamenti molto diversi com’è intuibile.
 
Alcune persone sono tormentate da una voce interiore di costante autocritica che le svilisce e le scoraggia: non può che diventare un ostacolo alla propria realizzazione, è manifestazione di un’enorme difficoltà a volersi bene che, spesso, deriva dal vissuto dell’infanzia. Siamo sempre, per tanti aspetti, il risultato del nostro passato, delle emozioni vissute, ma possiamo anche essere e divenire altro, la nostra trasformazione potrebbe stupirci. Il modo in cui, da piccoli, si è stati trattati dalle figure di riferimento affettivo incide molto sulla considerazione che avremo di noi; così come, avranno un peso tutte quelle insicurezze che si sono generate nel tempo a causa di eventi dolorosi, tanto da segnare la storia personale.
Ma quello che tengo a dire e sottolineare: non c’è nulla che sia irreversibile. La scienza ci dice che persino le nostre connessioni neuronali possono cambiare e alcuni processi cellulari diventare reversibili. Affascinante vero? Già, noi siamo questo, siamo questa opportunità costante di creare la nostra vita.
Possiamo imparare a volerci bene, mettendo in atto azioni che nel tempo ci aiuteranno a silenziare la nostra voce interiore, troppo critica e autodistruttiva, per imparare ad occuparci di noi nel modo migliore e quindi a realizzarci. Ecco una lista di esercizi mentali, ma non solo, che dovremmo imparare per concretizzare nel quotidiano l’amore verso noi stessi.
 
  1. Individua le cause scatenanti: situazioni, avvenimenti, incontri che generano i pensieri negativi. Un modo per farlo è scrivere un diario o degli appunti delle proprie giornate, registrare quello che avviene, in modo da mettere a fuoco nel tempo le situazioni a rischio. Questo consente di evitare di cadere in momenti “down”, ma anche acquisire maggiore consapevolezza verso ciò che viviamo. Ci sono persone che hanno avuto genitori ipercritici: spesso le dinamiche di auto svilimento si possono presentare ogni volta che si passa di nuovo del tempo con la famiglia d’origine ed è probabile che non si possa evitare del tutto tale relazione; però è possibile riconoscere che è quell’incontro che fa scattare la nostra voce interiore negativa e imparare a gestirla.
In questo senso un cambio di atteggiamento da parte nostra può interrompere la catena degli avvenimenti per come siamo soliti viverli, e aiutarci a non reiterare la consueta sequenza di azioni e reazioni che generano il malessere.
 
  1. Contrasta i pensieri negativi quando si presentano, cercando di calmare l’emozione che c’è dietro e facendo ricorso alla razionalità: vedersi brutte o incapaci o fallimentari è quasi sempre una nostra proiezione, che possiamo rivedere comportandoci nei nostri confronti come farebbe il nostro migliore amico o amica, di sicuro ci direbbe la verità e cioè che non ci sono ragioni per stare male ma solo emozioni negative da superare.
Acquisisci la capacità di riformulare questi pensieri, prova a spostare il focus da una visione catastrofica a una visione circostanziata: per esempio, se perdiamo un’occasione di lavoro, un colloquio non va come avremmo voluto, non penalizziamoci con frasi del tipo “mi va sempre male” ma proviamo a dire “questa volta non è andata nel modo migliore, valuterò la situazione perché vada meglio la prossima volta”, tenendo presente che non sempre l’esito di un evento dipende esclusivamente da noi. Meglio non farsi travolgere dall’aspetto emotivo e irrazionale. Imparare a monitorarsi con oggettività e comprensione: ecco il primo passo per cambiare.
 
  1. Impara a conoscerti: fai una lista degli aspetti di te che ti piacciono. Sembra banale ma, nel momento in cui non stiamo bene, potrebbe essere utile ricordare i nostri pregi, le qualità che noi non vediamo ma che gli altri sarebbe pronti a sottolineare. Si tratta di un elenco da tenere a mente, arricchire nei giorni in cui stiamo bene, e richiamare alla memoria nelle situazioni di difficoltà o in una crisi di disistima: ci aiuterà a orientare in senso positivo il dialogo con le nostre voci interiori.
 
Così come è importante conoscere i nostri punti di forza, lo è conoscerci, più in generale: sapere che cosa ci piace e che cosa non ci piace, i momenti che ci fanno stare bene e quelli che ci causano disagio; dobbiamo dedicare del tempo a noi stessi come faremmo con gli amici. Non solo assaporeremo un nuovo benessere, ma potremmo esprimere la nostra personalità e le nostre scelte. Dobbiamo disinnescare i meccanismi che ci portano ai pensieri negativi e all’auto criticismo; allo stesso modo, è utile imparare anche a difendere i nostri gusti e interessi, e il modo in cui ci piace trascorrere il tempo, dalle influenze e “incursioni” degli altri. È anche questo un modo per volerci bene e generare benessere dentro di noi, per farlo però dobbiamo per forza prima sapere chi siamo.
 
  1. Perdonati! Ho trattato in molti articoli il tema della self compassion e dell’importanza di contestualizzare i nostri errori e le nostre mancanze. Se non lo fai rischi di mantenere o addirittura coltivare, nella mente e nel cuore un nucleo negativo potrebbe diventare ossessivo; è davvero importante invece andare oltre gli errori commessi o i comportamenti che reputiamo non corretti, esercitando il perdono nei nostri confronti. La religione e la cultura a volte ci spingono a colpevolizzarci, ma questo non aiuta noi e non cambia molto per chi può aver subito un torto da parte nostra. Meglio imparare dai propri errori mentenendo, però, sempre lo sguardo proiettato in avanti.
 
  1. Chiedi aiuto: il malessere generato dal non volersi bene, non accettarsi o addirittura odiarsi, è reale, tangibile, e ha conseguenze che possono divenire ostacoli alla serenità della vita quotidiana. Se senti di averne bisogno, non aspettare, chiedi aiuti. Richiedere un supporto è un gesto intelligente, di amore verso di sé e verso gli altri. C’è chi potrà identificare per noi un percorso verso il benessere. Oggi ho scelto una frase dell’attrice americana pluripremiata Lucille Ball:  Ama prima te stesso e tutto il resto verrà a seguire. Devi davvero amare te stesso per fare qualcosa in questo mondo.
 
 
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