Molte volte, quando una persona viene in terapia in cerca di aiuto, svela di avere una stanchezza mai provata prima, è esausta e con la chiara sensazione di aver raggiunto il limite delle proprie forze.
La psicoterapia non viene richiesta da persone instabili, profili clinici disperati o pazienti che mancano di strategie adeguate per gestire emozioni e problemi.
A volte la psicoterapia serve anche alle persone consapevoli di aver superato il loro livello di stress. Ogni giorno mettono in atto meccanismi per affrontare la situazione, tecniche che provano a mettere in pratica senza alcun beneficio.
Il loro impegno e la capacità di prendersi cura di sé sono ormai talmente diluiti dalla stanchezza che queste persone non si riconoscono più davanti allo specchio.
Se approfondiamo un po’ le loro realtà personali, ci rendiamo conto che hanno un gran carico di responsabilità, sul cuore.
Sono persone abituate a praticare una resistenza estrema e poco sana, dove non esiste l’autoprotezione.
Sono donne e uomini abituati a mettere a tacere le loro necessità per mostrare orza ed essere luce costante per gli altri.
Tuttavia, spesso non sono giustamente ricambiati. In cambio ricevono amarezza, egoismo e solitudine.
Ma anche la persona più forte si stanca di essere ferita, boicottata e manipolata, perché il cuore forte non è un cuore freddo né immune alla malvagità o all’affetto interessato.
Tutti abbiamo dei limiti, ma le persone abituate a “resistere” sono quelle che soffrono di più, quelle che impiegano più tempo a reagire.
Immaginiamo per un momento un tapis-roulant.
La persona che ha bisogno di essere forte è abituato ad un ritmo di velocità e di esigenza molto elevato.
Si sente orgoglioso di sé, il sue è un cuore forte, pensa che riuscirà a mantenere questo ritmo per tutta la vita.
Tuttavia, prima o poi, arrivano il dolore e la stanchezza.
Il tapis-roulant continua a muoversi con la stessa intensità, gli altri che sono attorno continuano imperturbabili con le loro richieste ed esigenze, senza accorgersi del malessere della persona, che sia un familiare, il partner, un amico, un collega.
Cosa dovremmo fare in questo caso?
Ridurre il ritmo, ridurre l’intensità?
Assolutamente no. La cosa migliore da fare in una situazione del genere è fermarsi: il cuore ha bisogno di riprendersi.
E’ il momento di prendersi cura di voi.
Avete bisogno di essere forti per voi stessi e non solo per gli altri, e dunque dovete realizzare dei cambiamenti, imboccare il cammino della svolta in maniera armoniosa, consapevole e sana.
Si possono seguire alcuni consigli.
Rinunciate ai conflitti, ai problemi o alle situazioni che non hanno soluzione. Avete già sprecato molto tempo e energie in cose e persone per cui non ne vale la pena.
E soprattutto, iniziate a prendere coscienza dei vostri bisogni, ascoltateli ogni giorno e date essi la priorità.
Imparate a prendervi emotivamente cura di voi, imparate ad essere forti per voi stessi.
Studio di Psicoterapia e Neurofeedback
Patrizia Nicoletti
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