Le emozioni e le loro espressioni sono da sempre considerate un segno inequivocabile di debolezza.
E’ tempo di sfatare lo stereotipo di genere: gli uomini non possono essere emotivi quanto le donne.
Il problema è la società che li penalizza se esprimono i propri sentimenti e si mostrano vulnerabili.
Gli uomini, sebbene per molto tempo siano stati descritti come forti ed emotivamente impenetrabili, sono invece emotivi tanto quanto le donne.
Sensibili, empatici, vulnerabili e persino sentimentali.
In genere, agli uomini viene insegnato a reprimere i propri sentimenti e questo si traduce in una minore capacità di gestire le emozioni negative.
Per cultura, gli uomini sono obbligati a trattenersi, a nascondere il proprio dolore e a contenere ciò che provano.
In altre parole, a trattenere ciò che dovrebbe essere espresso fuori.
In realtà, gli uomini possono anche soffrire di più delle donne dopo la fine di un rapporto.
Molte ricerche dimostrano che gli uomini gestiscono peggio le rotture affettive e provano maggiori sentimenti di angoscia e tristezza.
Questa profonda emotività inespressa si traduce spesso in una peggiore gestione delle emozioni e un rischio di soffrire maggiormente di ansia o depressione.
Le emozioni sono una caratteristica importante dell’essere umano, uomo o donna.
Gli stereotipi di genere sono sempre causa di discriminazione.
Da generazioni si crede che la mascolinità sia sinonimo di forza, determinazione e coraggio.
Mentre le donne sono associate alla fragilità e all’emotività profonda.
Questi pregiudizi hanno tradizionalmente posto il veto al genere maschile di esprimere quello che provano.
Una società volta a reprimere le emozioni di traduce in molti casi in analfabetismo emotivo.
E’ scontato che anche gli uomini provino tristezza, angoscia, depressione, oppure gioia e felicità allo stesso modo delle donne.
Nessuno dei due è più emotivo dell’altro.
Il problema risiede nella repressione, nell’educazione disfunzionale e negli stereotipi di genere che continuano a plasmarci.
E’ ora di smantellare queste idee sbagliate e obsolete per migliorare la nostra conoscenza in materia di emozioni.
Perché chi è abile nell’esplorare le proprie emozioni è abile nel viaggio della vita.