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PSICOLOGO - PSICOTERAPEUTA - ISCRITTO ALL'ORDINE DEGLI PSICOLOGI DELLA LOMBARDIA, N. 8467
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Depressione: sintomi e motivazioni scatenanti

Depressione sintomi e motivazioni scatenanti

Depressione: sintomi e motivazioni scatenanti
 

Il termine depressione deriva dal latino “depressus” che vuol dire letteralmente portato a un livello più basso. L’espressione si usa in diversi contesti, dalla depressione geografica a quella economica, ha portato all’utilizzo di Grande Depressione in riferimento alla più grande crisi economica della storia vissuta negli Stati Uniti.
Quello di cui vorrei parlare oggi però è il significato di questa parola nell’ambito psicologico e psicoterapeutico: in questa accezione si riferisce all’abbassamento dell’umore, e per questo si chiama appunto depressione.
Di fatto si tratta di una modificazione del tono dei sentimenti di una persona in senso malinconico: tendenza alla noia e pessimismo diffuso, distacco dagli abituali interessi, svalutazione delle proprie capacità psichiche e fisiche. La depressione si distingue poi in base alle cause tra quella endogena, che, almeno in apparenza, non ha una causa così facilmente identificabile, e quella reattiva che invece è scatenata da un evento esterno preciso, più o meno drammatico.
 

I sintomi della depressione

Vediamo meglio i sintomi che la contraddistinguono e che consentono di riconoscerla: tutto parte da vissuti emotivi, ma ci possono essere risvolti concreti, riconoscibili anche da uno sguardo esterno, che in certi casi possono rendere la vita di chi sta attraversando una depressione molto faticosa e difficile.
Alcuni degli aspetti emotivi che caratterizzano questo stato psicologico sono senso di vuoto, irritabilità, mancanza di aspettative per il futuro e assenza generalizzata di interessi o appagamento a svolgere le proprie attività. Queste alterazioni dell’umore si riflettono anche sulla percezione di sé stessi, quindi su sentimenti di autosvalutazione, sensi di colpa, indecisione e difficoltà di concentrazione.
Alcuni segnali molto visibili dall’esterno che possono manifestarsi sono invece la tendenza alla chiusura e all’isolamento, la mancanza di energie e aspetti che in apparenza sono contrastanti ma che indicano uno stato di disagio: la tendenza all’insonnia o viceversa l’eccesso di sonno, l’agitazione o il livello motorio rallentato, la mancanza di appetito o l’aumento di peso.
 
 
Le tipologie
 
Le circostanze della vita in cui può manifestarsi uno stato depressivo sono varie e per questo la depressione viene categorizzata in diverse tipologie:
 
  • Depressione reattiva.
Come abbiamo anticipato si tratta in questo caso di uno stato depressivo indotto da un evento negativo rilevante della propria vita come per esempio un lutto, una separazione, un licenziamento, una malattia. L’evento scatenante in questo caso mette alla prova chi ne è coinvolto ma finisce col travolgere le sue risorse personali e la gestione della sua emotività. Frasi tipiche di questo vissuto sono “Sento di aver perso una parte di me”, “Non riesco a trovare un senso alla mia vita”.
 
  • Depressione legata a mancanza o perdita di senso della vita.
In questo caso non c’è un vero e proprio evento scatenante, o, almeno, non è così evidente una dinamica di causa - effetto con un fattore esterno. Vissuti come il sentimento di vuoto, la perdita di significato, la crisi della propria identità e del proprio progetto di vita, possono instaurarsi nel tempo ed essere determinati da un insieme di fattori interni ed esterni. Questo tipo di depressione può essere identificata da frasi come “Mi sento come un guscio vuoto” o da azioni di auto-sabotaggio.
 
  • Depressione legata a stati di conflitto interiore.
Anche in questa tipologia di depressione le cause scatenanti sono più interne che esterne: il vissuto è di sentirsi incastrati tra i propri desideri e le proprie paure, la frase caratterizzante può essere “Qualcosa mi blocca”.
 
  • Depressione legata a problemi relazionali.
Si tratta di un tipo di depressione che si scatena all’interno del proprio contesto familiare per difficoltà relazionali, per esempio il sentirsi prigionieri delle dinamiche emotive della propria famiglia, incastrati in ruoli dai quali sembra impossibile liberarsi. Questo tipo di depressione può nascere all’interno della famiglia d’origine ma anche nel rapporto di coppia o nell’ambito del ruolo genitoriale.
 
  • Depressione post partum.
La depressione post-partum è un caso a sé perché è scatenata da quella tempesta emotiva e ormonale che è la conclusione di una gravidanza e la nascita di un figlio. Oggi per fortuna se ne parla apertamente ma a lungo è stata trascurata causando molte difficoltà e situazioni psicologiche critiche a donne appena diventate madri, uno dei passaggi più complessi che caratterizzano le fasi della vita al femminile.
Alcune persone a causa della loro storia personale, oppure addirittura per questioni genetiche, possono essere più esposte al rischio di depressione e quindi a caderne vittime in fasi specifiche della loro vita. La probabilità che questo avvenga aumenta quando magari si combinano una maggiore sensibilità o fragilità emotiva con uno o più avvenimenti esterni, se questi fattori convergono possono scatenare il disturbo vero e proprio.
 

Come curare la depressione?

Addentriamoci ora nei temi legati al percorso di cura per uscire da una depressione: è molto chiaro che ci possono essere due aspetti dell’intervento di uno psicoterapeuta che concorrono nel liberare una persona da quello stato emotivo.
Un aspetto della cura, quello più urgente e immediato, è quello della gestione della quotidianità e del dare sollievo a chi manifesta sintomi di depressione che possono compromettere lo svolgersi delle sue attività, come per esempio il lavoro. Se ci sono presupposti di urgenza, il ricorso agli psicofarmaci può alleviare la pesantezza di certi stati d’animo e aiutare chi sta attraversando una fase di sofferenza, magari grave, a recuperare almeno la serenità che serve per vivere e affrontare le necessità di breve termine.
Il problema degli psicofarmaci è che non possono aiutare da soli a risolvere davvero il problema perché non hanno alcun tipo di ruolo nell’identificare le cause della depressione e superarla.
Perché la depressione non si ripresenti, magari mettendo la persona che ne soffre nella situazione di dipendere dagli psicofarmaci, che sarebbe un enorme problema, è indispensabile, infatti, andare alla radice di quel tipo di emozioni. Per questo obiettivo serve la psicoterapia, o un percorso di sostegno psicologico equiparabile: sono questi gli strumenti che possono essere efficaci in una prospettiva di lungo periodo. Si tratta senza dubbio di modalità di intervento più impegnative ma che possono essere risolutive perché portano allo scoperto i nodi del problema e li sciolgono in modo definitivo.
 
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