Il decluttering consiste nel togliere confusione e nell’eliminare il superfluo, ma significa anche separarsi da oggetti che appesantiscono i nostri spazi fisici e mentali perché non ci corrispondono più o, peggio, ci rendono infelici, ricordandoci esperienze e momenti spiacevoli. Chiariamo che quello di cui stiamo parlando non ha a che vedere direttamente con l’igiene e con il fare le pulizie in senso stretto, anche se probabilmente una volta ridotta la confusione e riorganizzati gli spazi sarà una normale conseguenza occuparsi anche di quello e guadagnare tempo.
È evidente che il metodo del riordino si può applicare in vari contesti e rientrare nella nostra filosofia di vita per stare meglio con noi stessi e nell’ambiente in cui viviamo, che si tratti della nostra casa così come del nostro ufficio, negozio o laboratorio. Una volta adottato con una certa frequenza e abitudine, questo metodo ci consente di mettere ordine nelle stanze che abitiamo ma anche di portare luce e chiarezza nella nostra vita.
Mettere in pratica il decluttering
Vediamo allora come mettere in pratica il decluttering: come iniziare a fare spazio, da dove partire e in che modo procedere, facendo sempre riferimento ai consigli della regina giapponese dell’argomento, Marie Kondo, di cui vi ho già illustrato alcuni principi.
Il suo metodo, chiamato konmari identifica alcuni passaggi chiave:
Fare pulizia e ordine sono gesti quotidiani, ma per la Kondo è anche un rito, una celebrazione a cui riservare tempo, bisogna dedicare una o più giornate a questa attività in modo da svolgerla fino in fondo con attenzione, e trarne maggiori benefici.
Non si procede per stanze, vanno invece esaminati gli oggetti che abbiamo in casa per tipologia perché spesso li teniamo in più luoghi e finiamo per perdere la consapevolezza di quanti ne possediamo e dove sono collocati.
Nell’analisi per tipo di oggetti conviene seguire questa sequenza: abiti, libri, carte, piccoli oggetti, ricordi. Probabilmente gli ultimi sono quelli più difficili da smaltire o su cui prendere decisioni e quindi conviene prima fare esercizio con le altre categorie.
Tutti gli oggetti dello stesso tipo andrebbero messi insieme e presi in mano singolarmente per verificare se ci trasmettono gioia, terremo quelli che ci danno sensazioni positive e butteremo invece quelli legati a sensazioni negative.
Se ci sono oggetti ancora funzionanti e utilizzabili che però non vogliamo conservare in casa nostra possiamo donarli, magari possono fare la felicità di un’altra persona.
Il riordino e la riorganizzazione vanno fatti solo dopo attenta selezione di cosa tenere e cosa eliminare.
Di quali oggetti liberarsi?
La scrittrice inglese Karen Kingston, altra nota guru sul tema, ci aiuta a identificare le categorie di oggetti di cui dovremmo liberarci e a operare quindi con consapevolezza questa selezione:
oggetti che non usiamo o non amiamo,
oggetti che non sono in ordine o non funzionano più,
oggetti che sono di troppo per motivi di spazio,
oggetti incompleti, che mancano di parti o che sono rimasti non finiti, incompiuti.
L’ordine e la pulizia possono riguardare oggetti fisici, ma anche virtuali, può essere importante e darci benessere, per esempio, ripulire la casella mail di tutti i messaggi inutili o molto vecchi, degli indirizzi e.mail a cui non riconosciamo alcuna utilità, oppure eliminare i file obsoleti e sistemare l’archivio di quelli da conservare.
Una volta effettuata la selezione e quindi valutato solo quello che si desidera veramente conservare, bisognerà passare alla fase di riorganizzazione degli oggetti, e qui ci sono varie indicazioni di cui tenere conto.
La sistemazione del guardaroba è probabilmente uno degli argomenti più discussi dagli esperti della materia: il suggerimento di Marie Kondo è di utilizzare il criterio del simile con il simile, quindi maglie, camicie, gonne e biancheria in zone diverse dell’armadio, magari con le prime vicine in modo da scegliere sotto e sopra contestualmente. E tutto sempre con l’obiettivo di essere essenziali e avere intorno solo quello che davvero ci dà gioia e soddisfazione. Il suggerimento, quindi, è di non tenere abiti malconci o sformati pensando di poterli usare in casa: abbassano l’autostima e ci rendono poco produttivi, meglio eliminare anche quelli.
I cambi di stagione possono essere momenti significativi per procedere alla selezione; per esempio se c’è una incertezza sul fatto di conservare o meno un capo di abbigliamento si può segnarlo mettendo un bollino sull’appendiabiti. Solo quando/se verrà indossato si potrà togliere il bollino. A fine stagione i capi che avranno ancora il segno dovranno essere eliminati perché vorrà dire che non sono stati indossati per l’intera stagione.
Una volta fatta selezione nell’armadio si può pensare alla libreria. Chi è appassionato di libri sa quanto si possa essere maniacali nell'organizzazione della libreria: ci sono persone che amano ordinarla per editore, per autore o per colore e dimensione dei volumi. Il konmari ci ricorda che anche nel caso dei libri, prima di pensare al criterio per sistemarli, dobbiamo avere il coraggio di scegliere quali vogliamo conservare e di procedere a qualche eliminazione. La buona notizia è che un libro da cui ci separiamo può essere un libro che regaliamo a un amico o un conoscente che lo può apprezzare. In questo modo la nostra libreria diventerà davvero uno specchio del nostro amore per autori e opere.
Gli esperti di riordino non amano le carte: appunti, volantini, quaderni di scuola; dovremmo tenere solo quello che ci può aiutare nel ricordo (positivo) e, con una certa dose di coraggio, separarci dal resto.
Tutti gli oggetti che rientrano tra i ricordi, e hanno poco valore o sono rovinati e rotti, vanno valutati con attenzione e prendendosi un po’ di tempo, per questo vengono a questo punto dell’elenc. Le lettere o i regali di un ex possono essere tra le cose da cui facciamo più fatica a staccarci, magari perché le abbiamo conservate per tanto tempo e ci sembrerebbe strano non averle più in casa. Più che per altre categorie già analizzate, riguardo ai ricordi grandi o piccoli, che siano gioielli, lettere, fotografie o soprammobili vale la sensazione che ci trasmettono. Una volta identificato come ci fanno sentire deve essere quello il motivo per decidere che cosa farne e se avranno un ruolo nel nostro futuro oppure fanno parte di un passato da chiudere o dimenticare definitivamente.
Una frase di Marie Kondo che ci ricorda perché ha senso dedicare energia a una pratica di questo tipo: “Mettendo in ordine la casa e diminuendo le cose in vostro possesso, capirete a che cosa dare importanza nella vostra vita e riuscirete a distinguere chiaramente i veri valori”.