Quando finisce una storia d’amore si vive spesso un trauma emotivo.
Soffrire per amore è doloroso.
Spesso le persone si trovano a vivere una disconnessione interiore, a scegliere inconsapevolmente di non provare nessun sentimento per non soffrire più, cioè di “raffreddare” il cuore per proteggere l’anima da eventuali fallimenti, delusioni o ferite che non guariscono facilmente.
Questa strategia in realtà, allontana da una partecipazione sana alla vita.
L’entusiasmo e la passione ci immergono in dinamiche che ci fanno sentire energici e creativi più che mai.
Il dispiacere, invece, ci allontana da qualcosa o qualcuno, ma chi pensa che le emozioni negative non abbiano uno scopo o servano a renderci infelici, si sbaglia.
In realtà sono proprio queste emozioni che hanno permesso a noi essere umani di imparare, adattarci e andare avanti nel corso della nostra evoluzione e ciclo vitale.
L’ansia e la paura sono meccanismi di sopravvivenza, segnali di allarme che dobbiamo saper interpretare per poterli tradurre in risposte di adattamento che garantiscono la nostra integrità.
Data la nostra difficoltà a gestire queste paure, talvolta optiamo per la “sindrome da disconnessione interiore” utilizzata come meccanismo di difesa.
Questo dovrebbe metterci al riparo dall’esposizione a emozioni che ci appaiono troppo forti per essere gestite e ci sentiamo a rischio di esserne travolti.
Ma chiudere le porte alle passioni implica spesso applicare questo schema di comportamento a tutti gli ambiti della vita, perché la persona che la prova smette di registrare dentro di sé tutte le emozioni.
Con il tempo il rischio è che emergano apatia, disinteresse, inaridimento emotivo, malumore, tendenza alla chiusura in sé stessi, rimuginio, insonnia.
Per questo motivo, è importante ricordare che il cuore, come ogni muscolo, si rafforza anche grazie alle sfide.
Chiudersi all’amore può sembrare una soluzione, ma in realtà ci priva di quella forza vitale che solo le emozioni possono dare.
Occorre davvero rinunciare all’amore per non soffrire?
Scegliere di non provare nulla per non soffrire non ha senso.
Non ha senso perché l’essere umano non è un’entità razionale né una macchina.
L’amore con tutte le sue sfumature, è uno dei motori principali della vita.
E’ quella forza che ci spinge a uscire dai confini del nostro mondo, a esplorare emozioni profonde e a connetterci con gli altri in modo autentico.
Rinunciare all’amore per paura di soffrire è come scegliere di non vedere il sole per evitare di scottarci: potremmo sentirci al sicuro nell’ombra, ma ci priviamo della luce, del calore e della vita stessa.
Ogni ferita, ogni delusione, è come una pagina del nostro viaggio personale, un’occasione per conoscere meglio noi stessi e ciò che desideriamo veramente.
Le cicatrici che portiamo non sono segni di fallimento, ma testimonianze di coraggio.
Hanno il potere di ricordarci che abbiamo amato, che ci siamo lasciati coinvolgere, che abbiamo vissuto.
E se da una parte la paura di soffrire può sembrare una protezione, dall’altra ci intrappola in una gabbia invisibile, impedendoci di assaporare la bellezza del mondo emotivo.
Riaprire il cuore non significa ignorare il dolore passato, ma riconoscere che il rischio di soffrire è parte integrante della gioia di vivere.
Permettere alle emozioni di fluire, sia quelle positive sia quelle difficili, ci rende umani.
E’ nel pianto che troviamo la forza, nella gioia che troviamo la speranza e nella paura che scopriamo il coraggio.
Siamo nati per amare, per provare, per cadere e rialzarci più forti di prima.
L’essere umano è progettato per agire, non per rimanere fermo e isolato nell’insoddisfazione.
Quando ci troviamo di fronte a un dolore o a un turbamento interiore, possiamo scegliere di vederlo come un’opportunità. Una buona idea è raccogliere le energie, essere creativi e coraggiosi per ritrovare l’omeostasi interiore.
E allora, anziché temere l’amore, impariamo a fidarci di noi stessi.
Coltiviamo la consapevolezza che siamo capaci di affrontare le avversità e, allo stesso tempo, di goderci appieno i momenti di felicità.
Lasciamo che l’amore, in tutte le sue forme, ci trasformi, ci elevi e ci porti a scoprire la versione migliore di noi.
Ed è così che possiamo raggiungere la pienezza emotiva o quel punto perfetto dove non manca nulla e niente fa male.
Concediamoci di provare di nuovo le emozioni per entrare in connessione prima con noi stessi e per “rischiare”, poi, di stabilire un contatto con chi ci sta attorno.
Alla fine, il nostro essere è una meravigliosa entità sociale ed emotiva che ha bisogno degli altri per stare bene, per stare in pace e in un equilibrio.
Quindi prenditi cura delle tue emozioni!
Studio di Psicoterapia e Neurofeedback Patrizia Nicoletti Ricevo a Legnano Cell. 338-3829166