Dr.ssa Patrizia Nicoletti

Imparare a volersi bene significa prendersi cura dei propri bisogni e desideri.
Possiamo imparare a volerci bene mettendo in atto azioni che nel tempo ci aiutino a silenziare la nostra voce interiore, troppo critica e autodistruttiva, per imparare a occuparci di noi nel modo migliore e quindi a realizzarci.

Gli "amori tossici" sono relazioni che hanno un impatto sulla nostra autostima, ci fanno sentire insicuri e vulnerabili. 
Non ci riempiono di felicità ma al contrario alimentano un vuoto interiore e depressione.
In questi casi, dobbiamo essere noi a darci valore, apprezzamento e amore.

Il modo di pensare può determinare una nostra migliore reattività ai momenti difficili e cupi.
E' tipico delle persone depresse attivare alcuni meccanismi di pensiero che rischiano di impedire di liberare quell' energia positiva che potrebbe dare una svolta alla loro vita.
Vediamo quali possono essere gli atteggiamenti e dei modi di pensare nuovi che ci potrebbero aiutare ad affrontare meglio i momenti di depressione.

Esiste una correlazione tra stress e depressione.
Ogni giorno siamo sottoposti a una quantità enorme di stimoli faticosi e snervanti per la nostra mente.
Questo fenomeno, anche chiamato "mente vagante" caratterizza persone che mostrano una maggior predisposizione alla depressione, minori livelli di felicità, serenità e capacità di autorealizzazione.
Che ruolo può avere la psicoterapia per prevenire e curare?

Le circostanze della vita in cui può manifestarsi uno stato depressivo sono varie, per questo la depressione viene categorizzata in diverse tipologie.
Gli aspetti emotivi che caratterizzano lo stato psicologico di una persona depressa si riflettono anche sui pensieri  e sulla percezione di sè.
Come è possibile curare la depressione?

Le ricerche neuroscientifiche dimostrano che la qualità dei pensieri influenza la struttura del nostro cervello e quindi la nostra percezione del mondo.
Ognuno di noi può agire in modo tale da preservvare il proprio benessere mentale.
Grazie alle nuove scoperte neuroscientifiche è possibile raggiungere dei miglioramenti che ci permettono di riprendere in mano le redini della nostra mente, alleviare le paure e rinnovare il nostro modo di rispondere agli eventi della vita. 
E qui entra in gioco il sistema di Neurofeedback Dinamico.

Secondo Jon Jabat-Zinn per coltivare la consapevolezza, non bisogna apprendere meccanicamente alcune istruzioni, ma bisogna innanzitutto assumere un atteggiamento di completa apertura mentale, solo così si sviluppa un apprendimento ed un'accettazione delle cose così come sono.

I pensieri sono l'origine di tutto e sono davvero potenti nel plasmare la percezione della realtà e nel darle una nuova forma e una nuova direzione: se nella vita stiamo sperimentando delle difficoltà forse queste iniziano dal nostro modo di pensare che potrebbe essersi irrigidito in schemi mentali sbagliati. 
E' possibile migliorare la nostra vita in modo efficace, partendo dai pensieri.

La mindfulness insegna, attraverso la meditazione, ad essere consapevoli del momento che si sta vivendo. 
Jon Kabat-Zinn spiega che la consapevolezza ha come naturale conseguenza la possibilità di identificare i pensieri negativi, di farli nostri e imparare a convicerci ma allo stesso tempo arginarli, in modo che non possano dominare la nostra mente.

Mente ed emozioni sono collegati.
Avere più controllo sul flusso dei pensieri, positivi o negativi che siano, significa investire meglio sulla nostra qualità della vita. Perchè quando siamo in grado di controllare il ronzio della negatività, siamo in grado di influenzare la nostra qualità della vita.
Poichè ciò che si pensa influenza il nostro comportamento, il nostro organismo fisico e l'intera nostra salute.

Il decluttering si può applicare in vari contesti e può rientare nella nostra filosofia di vita per stare meglio con noi stessi e nell'ambiente in cui viviamo, che si tratti della nostra casa o del nostro ambiente di lavoro. Il metodo del riordino ci consente di mettere ordine nelle stanze che abitiamo ma anche di portare luce e chiarezza nella nostra vita.
Come possiamo mettere in pratica il metodo del riordino?

Esiste un collegamento tra il modo in cui organizziamo e gestiamo gli spazi attorno a noi e una nostra determinata forma di pensiero.
Fare ordine significa innanzitutto farci delle domande su noi stessi e sul nostro modo di vivere.
Imparare a lasciare andare, fare ducluttering,significa togliere confusione, eliminare ciò che ci appesantisce, impedisce di proiettarci verso il futuro.
Come possiamo affrontare la tendenza innata all'accumulo e gestirla in modo più efficace?

Realizzare i nostri sogni ci dona consapevolezza e felicità.
Sognare è davvero fondamentale per essere felici, crescere e realizzare noi stessi, l'importante è farlo in base ai nostri desideri liberandoci dai condizionamenti, sia da quelli che ci fanno perseguire  sogni che non sono nostri, sia da quelli che ci limitano e distolgono la nostra attenzione dalla loro realizzazione.
Cosa può limitare la realizzazine dei nostri sogni? Cosa invece ci aiuta a realizzarli?

Spesso il cambiamento è necessario per poter ricominciare e raggiungere un nuovo equilibrio. Il cambiamento è positivo purchè non ci allontani dai nostri valori, dalla nostra essenza. Qualsiasi cambiamento che desideriamo avere nella nostra vita deve avere come fine ultimo l'avvicinarsi sempre più alla persona che vogliamo essere davvero.

La gioia, come tutte le emozioni positive, impatta sul nostro benessere donando energia sia a livello fisico che spirituale.
Potresti domandarti se gioiosi si nasce o si diventi.
Ognuno ha una sua predisposizione alla gioia, una buona percentuale è determinata anche dalla genetica. Ma molto è dovuto alla tua intenzionalità e ci sono azioni che puoi mettere in atto, fin da subito, col coltivare e mantenere la tua gioia.

L'appartenenza è il senso di inclusione e la percezione del nostro valore in un determinato contesto.
Ci sentiamo appartenenti quando percepiamo di essere accettati, quando le nostre differenze sono riconosciute e tollerate. 
Appartenere significa essere riconosciuti e compresi da qualcuno.

Di fronte a un partner ci si confronta con la profondità dei nostri sentimenti. Nel rapporto a due vengono messi in gioco non solo paure e fragilità, ma anche comportamenti appresi dalla nostra famiglia d'origine e da esperienze pregresse. Quando il confronto viene gestito in modo sbagliato e compromette l'apertura all'altro?

Padri e madri sperimentano quotidianamente la difficoltà di essere la versione migliore di sè stessi di fronte ai propri figli, che siano piccoli o adolescenti.
Nulla mette a dura prova la nostra capacità emotiva come un figlio.
In che modo aiuta, nell'essere genitori, la self-compassion?
Quali sono i passaggi necessari per costruire un rapporto sereno, che assicuri a noi e ai nostri figli una relazione costruttiva e amorevole?

Le emozioni negative restringono la nostra mente, annebbiano i pensieri e possono incidere, a lungo andare, anche sul nostro corpo.
Per questo è importante imparare ad affrontare le difficoltà attraverso la compassione, mettendo in pratica meccanismi mentali e di lettura degli avvenimenti, che ci difendono dalla negatività e ci aiutano a elaborarla, e allo stesso tempo ci permettono di perdonare gli altri e noi stessi.

Il sentimento di compassione verso noi stessi è molto importante per il nostro benessere. Influisce sulle nostre relazioni e la qualità di vita.
Quanto sei compassionevole verso te stesso?
Può essere utile capire quali comportamenti mettere in atto, nel quotidiano, per poter sviluppare un'amorevole compassione vero di sè.

La gentilezza cognitiva è  riconosciuta come un valore e un'attitudine da coltivare.
Visti i numerosi benefici che apporta alla nostra vita, viene intesa come una preziosa qualità dell'anima.
Praticare una gentilezza cognitiva significa attuare comportamenti aperti e sintonizzati sull'ascolto vero di noi stessi e degli altri.
Come possiamo svilupparla?

Essere gentili è un atteggiamento vero e profondo, capace di portare valore all'interno delle relazioni, fa bene alla nostra interiorità e agevola la nostra crescita professionale.
Il mondo del lavoro annovera la gentilezza tra le soft skills fondamentali. 
Come possiamo allenarci alla gentilezza?

La gentilezza ha un forte impatto sul nostro benessere psicologico.
Essere gentili è una qualità che si riflette nella comprensione della preziosità della vita, oltre che significare sentimenti di rispetto per sè e per gli altri.
Per questo essere gentili richiede consapevolezza delle emozioni e degli stati d'animo propri e altrui.

Quando ci ritroviamo in una situazione che ci fa stare male e non ha soluzioni, dovremmo imparare a dire addio.
Riuscire a dire addio a qualcuno che non ci ama significa avanzare, volersi bene e prendersi cura di noi.
Ma perchè è così difficile fare questa scelta?